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Attraverso un'ampia panoramica storica del suicidio, un'indagine letteraria di alcuni famosi messaggi d'addio e un'autoanalisi psicologica a tratti graffiante, Simon Critchley analizza cosa significa possedere il dono fin troppo umano - e la maledizione - di essere in grado di scegliere tra vita e morte. Nel tentativo di far comprendere il suicidio e la fatale logica della sua visione a tunnel, nel maggio 2013 ha organizzato un laboratorio di scrittura creativa dedicato ai messaggi di addio dei suicidi. Faceva parte di un'installazione artistica di due settimane, in un minuscolo spazio sulla 21° Strada Ovest di Manhattan, e si chiamava School of Death, nata come reazione alla più astuta The School of Life di Londra. Alla fine del corso i partecipanti dovevano scrivere i loro "ipotetici" messaggi di addio, riportati poi da Critchley nel suo saggio. Molto ironico quello di sua moglie, psicanalista e specialista dell'ambivalenza: Caro Simon, Mi raccomando, non franare. Io ho deciso di non frenare. Con tutto il mio amore-odio. Jamieson (che sta per lanciarsi da una collina con l'auto) "Forse scrivere è la cosa più vicina alla morte... Si possono mettere a tacere le cose, scrivendo: fantasmi, tormenti, rimpianti, e ricordi che ci scorticano vivi."